Una delibera importante che spero abbia la dovuta attenzione anche sul piano nazionale perché si apra finalmente un dibattito serio nel paese visto che gli enti locali, ogni giorno più pesantemente, vivono il dramma di non riuscire a garantire i diritti ai cittadini, pagando un prezzo salatissimo e ingiusto in termini di trasferimenti economici da parte del governo, spesso e volentieri per colpe passate che vanno ricondotte alle precedenti amministrazioni.
Il Comune di Napoli ha approvato una delibera che rispetta e si ispira alla Costituzione, insieme a sentenze della Corte Costituzionale e pareri della Corte dei Conti, e che possiede anche il profilo di rigore e responsabilità finanziaria. Il nostro obiettivo, infatti, come prevede la Costituzione e come sanciscono le sentenze e i pareri sopracitati, era quello di garantire servizi infungibili ed essenziali e, tra questi, si colloca proprio l’istruzione.
Il nostro obiettivo, tradotto in parole più semplici, è stato quello di assicurare a tutti i bambini iscritti nelle scuole comunali, tanto più in particolare ai portatori di handicap, una scuola di qualità e a tempo pieno, e di garantire a tutte le famiglie che si rivolgono all’ente servizi pubblici gratuiti e rispondenti alle loro esigenze lavorative e di vita.
Abbiamo quindi osservato i parametri qualitativi stabiliti dalla legge sulla parità e dalla legge regionale che ci impongono di rispettare rapporti numerici obbligati fra bambini e insegnanti per tutelare anche il destino delle circa 350 maestre ed educatrici a tempo determinato. In una città in cui, come ricordano i dati del Censis, la dispersione scolastica arriva in alcuni quartieri a superare il 30% e dove la camorra tenta di infiltrarsi nel tessuto sociale, una amministrazione come la nostra non poteva che scegliere la strada di difendere il sistema scolastico comunale presidio di welfare, inclusione ed uguaglianza interclassista e interculturale.
Come ebbe infatti a dire un grande scrittore, Bufalino, “la mafia sarà sconfitta da un esercito di maestre”, perché proprio gli asili nido e le scuole materne rappresentano il primo livello per agire contro la dispersione scolastica e per favorire la formazione di una coscienza civica animata dalla legalità. Per Napoli dunque questa delibera era necessaria e doverosa, per altro anche in linea con quanto richiesto dall’Unione europea e dal piano di intervento per il Sud promosso dal ministro Barca: entrambi, infatti, sostengono e spingono nella direzione dell’implemento degli istituti scolastici e di formazione per cui Napoli è ancora molto al di sotto della copertura del fabbisogno richiesta.
Per questo, già l’anno scorso abbiamo aperto quattro nuovi nidi e questo anno altri tre nella prima, quarta e ottava municipalità. Con responsabilità, poi, questa amministrazione sta già lavorando ad indicare, a delibera attuata e a costi definiti, cioè quando saranno garantiti i diritti dei bambini e delle lavoratrici, gli altri settori di intervento per operare il riequilibrio dei costi finanziari della delibera odierna, come è previsto dalla stessa Costituzione e ribadito dalla Corte Costituzionale che riconosce alle amministrazioni locali, pur nell’obbligo di rispetto delle disposizioni vigenti, la libertà di scegliere in autonomia, con dovuta motivazione, le proprie priorità di intervento sia per gli investimenti che per i tagli.
Abbiamo salvaguardato i diritti di 8 mila famiglie napoletane che usufruiscono della scuola comunale, 1515 bambini nella fascia dagli 0 a 3 anni e 6 mila circa bambini della scuola di infanzia, di cui circa 1 su 60 è affetto da grave disabilità. Credo, da sindaco e da cittadino, che questo era l’unico diritto e l’unica legge da rispettare, perchè rappresenta il rispetto della democrazia stessa e delle persone.