Questa estate la cronaca nera locale, nazionale ed internazionale è stata davvero drammatica, tremenda. Omicidi e fatti delittuosi di violenza brutale. La natura ripetutamente violentata nella sua bellezza struggente e secolare (solo per citare boschi da noi amati, il Vesuvio ed il Faito feriti a morte). Guerre combattute ed altre annunciate. Gli attentati terroristici, in particolare quello tragico di Barcellona, che ci hanno sconvolto. Tutto sembra scorrere quasi come effetti naturali di una causa ineluttabile. Ci vogliono condannare alla passività personale in un’ansia da dramma collettivo. Si sprigionano panico, ansia, ci si deprime, ma le analisi sfuggono, molta sovrastruttura, poca disamina strutturale per individuarne le profonde ragioni. La crisi di valori, di identità, di ragioni, di prospettive, di visioni, è davvero giunta ad un punto assai pericoloso, letale. La società del benessere consumistico e della felicità dell’effimero è nella sua curva senile. Ma non vuol morire, vorrebbe ripartire. L’avidità del possesso, la bramosia del potere, la smania dell’arricchimento infinito hanno annichilito la bellezza della semplicità della vita. Va riscoperta la gioia della vita nella sua essenza: l’amore per la natura, la voglia dell’incontro tra persone, la gioia del sapere, della conoscenza, della cultura. La passione per le piccole cose, spirituali e materiali. Prendersi cura del bene comune, per il benessere delle comunità. Si deve cominciare una forte opera di bonifica dove si sono radicate le comunità del rancore. Quanto odio seminato. Quante guerre ed armi per alimentare liberismo e capitalismo finanziario. Per il petrolio, per le conquiste territoriali, per le egemonie di potere. Quanto odio accumulato anche in ragazzi più o meno maggiorenni che sposano la causa terroristica che porta solo morte e nulla più. Anche per loro. Questo odio non nasce dal nulla, la religione non è una causa, il fanatismo può essere l’abito per trovare il coraggio di immolare la propria vita per distruggere quella di tanti altri. Il terrorismo va condannato e contrastato duramente, senza tentennamenti, più efficacemente ancora di come lo si sta facendo. Bisogna sconfiggere anche coloro che hanno prodotto il terrorismo o lo hanno alimentato oppure lo sfruttano. Quante armi vengono vendute ogni giorno a Stati che non contrastano il terrorismo ed in alcuni casi lo aiutano finanche? Quante montagne di denari sono state spese e vengono impiegate per guerre illegali, risorse quindi sottratte alla difesa dei beni comuni. Soldi per distruggere vite umane e la natura: comunque un attacco alla Vita di tutti per consolidare interessi economico-finanziari di pochi. La strategia del terrore è funzionale ai terroristi ma anche a chi ha costruito su guerre e terrorismi fortune politiche e finanziarie: restringimenti delle libertà, giustificazione di guerre preventive illegali, affermazione di uno stato di polizia contro lo stato di diritto, risorse economiche per armi e politiche di colonizzazione. Il capitalismo senile che sfrutta la strategia del terrore. Dobbiamo uscire da queste convergenze parallele. Si deve costruire un altro mondo, dal basso, local più che global. Alimentare solidarietà laddove c’è sofferenza, costruire amore dove allignano odio ed indifferenza, rafforzare il dialogo culturale e religioso anche laddove può germogliare il fanatismo, lottare per la difesa dei beni comuni, contrastare le politiche liberiste fondate sull’accumulazione del capitale ed il consolidamento delle disuguaglianze. Se non si riducono distanze, disuguaglianze e discriminazioni l’odio non diminuirà. Non è innalzando mura e tenendo lontano il diverso che siamo più sicuri. Le politiche della pace, della non violenza, della cooperazione, del rispetto, producono sicurezza alla lunga. Se pensiamo che la malattia passa da sola non guariremo, se affidiamo la cura a chi ha alimentato la malattia ci condanniamo a morte, se abbiamo invece sufficiente passione ed amore per la vita allora alziamoci e lottiamo, senza paura e con coraggio, per un destino diverso da quello che la strategia del terrore vuole costruire per i prossimi anni. L’amore e la sete di giustizia sconfiggono anche le paure più grandi.