La venuta, non certo casuale, di Papa Francesco a Napoli rappresenta un momento assai rilevante per la nostra Città. Il convegno tenutosi presso la Facoltà Teologica di Napoli è stato caratterizzato da contenuti di altissimo livello sulla pace, il dialogo, le culture, le religioni ed il ruolo strategico del Mediterraneo per la stabilità e la costruzione di un mondo migliore. Il Santo Padre ha tenuto un discorso illuminante e di strategica prospettiva proprio sul ruolo di tutta l’area geopolitica che ricade sul Mediterraneo. L’importanza decisiva del dialogo tra i popoli, la funzione vitale dell’ascolto dell’altro, il nostro mare quale luogo di meticciato e di accoglienza, il Mediterraneo quale posto di incontro tra culture e popoli diversi. Papa Francesco ha concluso il suo intervento indicando Napoli quale laboratorio speciale. Questa frase segna una svolta epocale per la nostra Città. Le parole di Francesco a Napoli seguono, in naturale evoluzione attuativa, la firma del documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato il 4 febbraio ad Abu Dhabi tra Sua Santità Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb. Napoli ha scelto, in questi ultimi anni, di voler contribuire a costruire un nuovo umanesimo. Centralità delle persone, senza distinzioni ed anzi valorizzando le differenze quale elemento di ricchezza di una comunità, difesa dei beni comuni (acqua, terra ed aria in primis), prima linea nella questione morale contro modelli politici ed istituzionali corrotti e mafiosi divenuti sistemici nel nostro Paese, lotta per la giustizia e per i diritti dovendo anche urtare contro una legalità formale che stride rispetto a valori etici e costituzionali, contrasto ad ogni forma di disuguaglianza, solidarietà e fratellanza, alternative economiche contro un sistema fondato su finanza e denaro che ha reso il mondo più diseguale e più insicuro. Un presente ed un futuro di pace e meno ingiusto non si realizza con il rancore, con politiche discriminatorie e di odio nei confronti del diverso, realizzando nel povero e nell’emarginato il ruolo del socialmente pericoloso per le magnifiche sorti e progressive. La pace ha bisogno di coesione, comprensione, compassione, amore, dialogo, giustizia. I modelli dominanti tendono, per salvare se stessi, a mettere i ceti sociali meno poveri contro i poveri ed i più poveri contro quelli ancora più poveri, il potere costituito per alimentare il suo potere mette i popoli gli uni contro gli altri. Napoli vuole essere, invece, in prima linea nell’unire i popoli per difendere il Mediterraneo dall’olocausto e per salvare il Pianeta, giunto ai limiti della catastrofe per i cambiamenti climatici proprio a seguito delle politiche neoliberiste fondate sul petrolio, sulle guerre, sullo sfruttamento, sul predominio assoluto delle ricchezze materiali, sul consumismo universale. Napoli non sarà silenziosa, men che mai complice, neanche connivente. Napoli sarà, come insegna la sua Storia, partigiana. Perchè i cambiamenti e le rivoluzioni si fanno dal basso. La Costituzione non è solo un testo da leggere, ma soprattutto diritto da applicare per realizzare fratellanza, giustizia, libertà ed uguaglianza; in quel testo si trovano i principi fondamentali per cui vale la pena alzarsi la mattina e lottare, come componenti della Repubblica, per rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona umana. Il Vangelo non è un calmante, ma la storia di un uomo che, povero e semplice, ma più ricco di tutte e tutti, ha indicato i valori per costruire la salvezza dell’umanità. E’ tutto semplice e difficile allo stesso tempo, ma è tutto rivoluzionario e, quindi, umano, pertanto possibile. E’ un orgoglio commovente per la nostra città e per il suo popolo essere scelti ed essere in prima linea nella costruzione della Storia del nostro amato Mediterraneo.