La mattina di mercoledì 21 febbraio saremo a Roma, davanti Montecitorio e Palazzo Chigi, contro le profonde ingiustizie dei debiti – da noi non contratti, nè dalla nostra Città – che lo Stato vuol far pagare alla nostra Terra. Abbiamo le casse del Comune di Napoli ancora bloccate per un debito di circa cento milioni contratto dallo Stato con il commissariamento del terremoto del 1980 e per un debito di circa cinquanta milioni per il commissariamento emergenza rifiuti in Campania degli anni 2000. Fanno pagare a noi, guarda caso, le stagioni della democrazia commissariata. Vogliono mettere il piombo sulle nostre ali, non consentirci di erogare i servizi di cui la Città ha bisogno. Come si fa a governare con la cassa bloccata? Noi abbiamo da sette anni liberato Napoli dai rifiuti, dal Sistema criminale fatto di collusioni tra affari, politica e camorra e ci fanno pagare gli effetti delle politiche scellerate che i napoletani hanno spazzato via con il voto e noi distrutto con il governo dalle mani pulite. È ingiusto ed illegittimo che la nostra Città ed i suoi abitanti debbano subire gli effetti di tutto questo impedendoci di realizzare diritti e soddisfare bisogni. Per questo parte da mercoledì una mobilitazione politica senza precedenti che si arresterà solo quando le ingiustizie di questi debiti non saranno rimosse. Il popolo non può rimanere schiacciato dai debiti di mafie, corruzioni o politiche nefaste fatte in danno del popolo. Ci ribelliamo a tutto questo. Infatti, è compito della Repubblica – quindi anche nostro – rimuovere gli ostacoli alla democrazia. Noi la Costituzione cerchiamo di attuarla ogni giorno ed è per questo che proveremo a rimuovere gli ostacoli – a Napoli, come altrove – di ordine economico che impediscono di attuare uguaglianza e giustizia sociale. È iniziata la madre di tutte le battaglie: quella contro il debito ingiusto, illecito, illegittimo ed odioso. Liberiamoci da queste catene: irrompiamo pacificamente con questa lotta – che parte da Napoli – per i diritti ed i bisogni del nostro popolo