Questa mattina, quando mi hanno notificato l’informazione di garanzia, con un contestuale invito a rendere interrogatorio davanti al pm, la prima reazione è stata quella della sorpresa: chiamare un sindaco come indagato per le buche mi sembrava e mi sembra un fatto inverosimile. Ho letto l’atto ed, ovviamente, mi difenderò in sede giudiziaria, avendo piena fiducia nella magistratura.
L’ho fatto …anche in passato, nel corso della mia attività di pm, durante la quale ho ricevuto 60-70 procedimenti di varia natura, per aver fatto solo il mio dovere, rispetto a cui mi sono sempre difeso e da cui sono sempre uscito vincitore. Accanto alla difesa in sede giudiziaria che condurrò, voglio però rispondere pubblicamente e da subito: è infatti un mio dovere primario parlare alla città e ai cittadini. Accanto allo stupore, questa mattina, ho provato anche rabbia. Un sindaco senza risorse, a cui hanno consegnato un ente in dissesto finanziario, strozzato dai tagli statali e regionali, soffocato dal patto di stabilità e dalla spending review, costretto ad aderire ad un piano di predissesto per evitare il collasso e il crac finanziario dell’ente e dell’intera economia cittadina, cosa avrebbe dovuto fare?
Questa amministrazione ha investito tutte le poche risorse disponibili nella manutenzione del manto stradale e nel trasporto pubblico, sempre di più lo faremo perchè crediamo in questa missione che è il governare, anche il governare in condizioni drammatiche, senza soldi e senza aiuti, ma con la sola forza del convincimento e della passione, nell’interesse dei beni comuni e del pubblico. Tenendo conto del quadro finanziario in cui operiamo, voglio però chiarire che è mia intenzione, a questo punto, autodenunciarmi: il problema delle buche oggetto della indagine, infatti, domani potrà riguardare anche il sistema fognario, le scuole e tutti i servizi cittadini.
Ecco, mi autodenuncerò preventivamente, magari anche di un possibile futuro esproprio di una banca, a cui ci costringeranno per poter continuare ad amministrare garantendo ai cittadini i loro diritti. Forse mi autodenuncerò anche per l’aria che respiro poiché, per sopravvivere al duro lavoro, probabilmente ne ho respirata in eccesso.Del resto, anche nei mesi scorsi, abbiamo scelto un’altra strada, quella della obbedienza costituzionale, adottando delibere e atti che andavano in direzione della violazione del patto di stabilità, ma che hanno il solo scopo di garantire i diritti dei cittadini secondo Costituzione e senza paura della clava di un formalismo burocratico cieco e ingiusto.
Nonostante le molteplici avversità e gli ostacoli, oggi mi sento ancora più determinato nell’andare avanti, convinto che la nostra azione vada nella direzione giusta: liberare Napoli dalle ingiustizie diffuse e dal malaffare, renderla più vivibile e più bella, darle quella dimensione di capitale del Mezzogiorno che essa merita, dove servizi e diritti sono garantiti a tutte e a tutti senza distinzione. Che si facciano tutte le indagini possibili: scopriranno che dedico tutta la mia vita alla città nell’interesse pubblico e per il bene comune.