In questa estate torrida stiamo lavorando senza sosta per la città ed i suoi abitanti. Su tanti fronti: debito cronico e situazione economica, macchina amministrativa e società partecipate, miglioramento dei servizi, Bagnoli, periferie, cultura e turismo, sicurezza e fasce fragili. Abbiamo messo in campo un’azione forte e strutturale, in tutte le direzioni, che produce e produrrà effetti assai importanti per Napoli. La nostra azione, con tutti i nostri limiti, sempre protesa verso il bene comune, i diritti, la difesa della città e il miglioramento della vita. Autonomia della città e cooperazione istituzionale ai massimi livelli: abbiamo raggiunto obiettivi importanti, siamo credibili e rispettati senza rinunciare alla nostra identità e dignità. I problemi sono ancora tanti e l’affanno economico-finanziario di un’eredità debitoria devastante non ci aiuta. Ma non abbiamo mollato un momento. Senza dimenticare la lotta alla corruzione e al sistema mafioso che mai molla e mai perdona. Ti costringono tutta la vita a difenderti. Aver disarticolato il Sistema è uno degli obiettivi strategici più qualificanti che ci siamo dati sin dall’inizio.
P.S. Qualche breve notizia delle continue memorie a cui dedicare qualche ora della notte. In questi giorni, solo da ultima cronologia, condanna in sede appello civile per l’allora presidente della Compagnia della opere per il sud Italia Antonio Saladino che mi ha citato per diffamazione con riferimento ad inchiesta why not; richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica per querela diffamazione Lettieri nei miei confronti; citazione a giudizio della Procura della Repubblica per il già parlamentare Avv. Giancarlo Pittelli per dichiarazioni diffamatorie nei miei confronti; processo per diffamazione ai mie danni da parte del già onorevole Laboccetta; processo per diffamazione da cui mi devo difendere per aver sottolineato – con forza e passione – che non era opportuno che giudice di parte del processo why not – dopo l’avocazione illegittima ai miei danni – fosse una persona il cui marito era stato da me indagato per fatti molto gravi, destinatario di un decreto di perquisizione locale – quindi eseguito nell’abitazione in cui viveva anche il giudice – e di una richiesta di misura cautelare. Tutto vergognosamente normale, in un Paese rovesciato che dobbiamo provare a sovvertire, dall’interno e dall’esterno delle istituzioni. Forza e pazienza non sono infinite come invece lo sono amore e passione. Prima le persone, poi i denari che servono per vivere, prima la natura che serve per far vivere noi e le future generazioni e poi il possesso. A Napoli prima il Noi Comunità e poi l’Io dell’esclusività.