Sono nati a Napoli, frequentano le nostre scuole, parlano il dialetto, giocano a pallone per i vicoli indossando la maglia del Napoli di capitan Cannavaro o della nazionale di super Mario Balotelli.
Eppure, per le leggi italiane, non sono nostri concittadini. Sono le figlie e i figli dei migranti nati in Italia. Che oggi, grazie ad un’importante delibera del Consiglio comunale di Napoli, sono cittadini onorari della città di cui sono sindaco.

Certo, come primo cittadino non posso sostituirmi al legislatore. Ma, con questa delibera, tutta l’amministrazione che rappresento ha voluto dare un contributo nella direzione dell’estensione dei diritti di cittadinanza. Perché il valore fondamentale della democrazia è l’inclusione. E l’Italia è sempre stata una terra dell’accoglienza, crocevia di popoli nel Mediterraneo.E non è un caso che il Consiglio comunale abbia votato all’unanimità questo provvedimento.

Tutti hanno voluto ascoltare l’appello del presidente Napolitano di qualche mese fa a favore della cittadinanza per i migranti. Così, abbiamo dimostrato che i Comuni possono anticipare il Parlamento, e che le comunità sanno mettersi alla guida di movimenti di popolo, ispirati ai valori della Costituzione.
Perché la nostra Carta fondamentale afferma che tutti gli uomini sono uguali e liberi, titolari di diritti universali che non possono essere limitati dalla nazionalità. Sono orgoglioso di una delibera che è un atto di civiltà giuridica, che è il prerequisito di ogni valutazione in merito a concetti come la tolleranza o l’integrazione. Queste bambine e questi bambini non vanno integrati, perché sono nati in Italia.

Non vanno tollerati, perché esistono come tutti noi, altri uomini e donne che calchiamo questa terra, ad ogni latitudine, semplici ospiti di un pianeta di cui non siamo proprietari e che è nostro compito consegnare alle future generazioni intatto.Spero che questa delibera serva subito per spingere per una legge organica che consenta allo Stato italiano di passare dallo ius sanguinis allo ius soli, cioè alla concessione automatica della cittadinanza di chi nasce nel nostro paese, al di là dell’origine dei genitori.

Mi fa piacere che le comunità dei migranti abbiano apprezzato questo gesto di fratellanza ed inclusione, come attesta questo link in arabo ( http://www.alitaliya.net/2011-05-30-11-13-07/46-2011-05-30-08-00-22/3728-2012-07-26-10-12-00.html), dove si parla del laboratorio Napoli.
L’Italia, popolo di migranti, è un paese solidale e che si è sempre dimostrato accogliente. Il leghismo ha fatto parlare troppo spesso di un’Italia aliena ai nostri valori, in cui non ci riconosciamo.
L’Italia che include. Questo è il paese che vogliamo.

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Scarpinato: Sottoscrivo suo discorso. Lo facciano anche cittadini.

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