Carissimo Santo Padre, carissimo Francesco,
è con gioia immensa che la città di Napoli sarà nuovamente onorata della Sua presenza nel nostro territorio. Personalmente, ho avuto il privilegio e il piacere di incontrarLa in più occasioni, ma non posso non citare, in particolare, la Sua stupenda visita ufficiale a Napoli nel 2015 ed a Betlemme, nel 2014, dove ero l’unico occidentale presente, in considerazione della mia cittadinanza onoraria palestinese e degli ottimi rapporti con il popolo della Terra Santa. La Sua presenza all’incontro organizzato presso la Pontificia facoltà teologica di Napoli è preziosa e lungimirante. La profondità dei temi da tempo trattati nella sede napoletana sono da me condivisi. Il contrasto alla corruzione, la prospettiva di un nuovo umanesimo fondato sulla fratellanza tra i popoli, da ultimo, in particolare, il Mediterraneo come mare di incontro tra popoli e culture differenti. Napoli, nella sua storia, è città che ha accolto tutte le culture, religioni diverse, tanti popoli. Siamo nel cuore del Mediterraneo. Di questi tempi in cui c’è chi pensa di sigillare il mare, di costruire mura, realizzare chilometri di filo spinato, noi pensiamo che il mare debba essere luogo di vita, in cui si possano incontrare i popoli per unirsi nelle loro diversità per salvare il pianeta, il nostro mare non può essere un cimitero. Il Mediterraneo non deve essere l’olocausto del terzo millennio. Per costruire ponti di umanità contro le mura del rancore e del razzismo, si devono abbattere mura e filo spinato che tante persone hanno nel cuore e nella mente. Ed in questo la Sua opera, carissimo Francesco, mi permetto umilmente di chiamarLa così, è potente. C’è chi usa ruspe per far emergere rancori, paure ed egoismi, facendo credere che le infelicità sono colpa di chi è diverso da noi, fragile e povero, non invece causa di un Sistema che crea insopportabili disuguaglianze; c’è chi opera, invece, per far prevalere l’amore sull’odio e consentire alle persone di scegliere. Il diritto di scegliere è un diritto non sempre compiuto, così come il diritto alla felicità, soprattutto per i bambini, talvolta è un sogno. Napoli è città visionaria, è città in cui la persona prevale sul denaro, in cui l’essere è più forte dell’avere. Se penso alla Sua mirabile enciclica Laudato sì, mi pregio di raccontarLe che Napoli è l’unica città italiana in cui l’acqua è tutta pubblica, ABC (acqua bene comune), questo è il nome della nostra azienda. Napoli è la città dei beni comuni, in cui luoghi degradati sono divenuti, grazie all’opera delle comunità di abitanti, posti in cui si realizza profitto sociale e rigenerazione urbana. Napoli è la città in cui nessuno si sente straniero, è città con profonda identità, ma è città senza confini. Essere napoletano è meraviglioso, la nostra è una città mondo. Il nostro popolo ha ovviamente limiti, difetti, ma ha una grande capacità di resilienza, un’immensa cultura, una profonda umanità, un cuore assai grande. Le Sue forti e credibili parole, Santo Padre, consolidano la fede dei credenti, illuminano il percorso dei laici. Napoli, per dimostrare in questi tempi bui la sua lotta per la pace, per la giustizia sociale, per la fratellanza, per l’uguaglianza e le libertà, sarà teatro, il 29 giugno, del primo corteo a mare per una battaglia pacifica di civiltà. Centinaia di barche, piccole e grandi, attraverseranno il golfo di Napoli per dire sì alla vita, alla difesa del mare e della madre terra, per un nuovo umanesimo. Vogliamo costruire un futuro dal volto umano, in cui coesione e valorizzazione delle differenze prevalgano su rancore, pensiero unico ed egoismi. Carissimo Francesco, Napoli sta fondando il suo presente e il suo riscatto su umanità e cultura, energia vulcanica – siamo la città in Europa con più bambini e giovani – contro depressione e lamento fine a se stesso. I soldi sono pochi, ma la voglia di vivere amando è grande. Grazie di cuore per quello che Lei fa, carissimo Francesco, con pensiero, cuore e passione, quale fortissimo punto di riferimento credibile per tutte e tutti. Del resto, alla fine della vita terrena, non conterà quanto abbiamo posseduto, ma quanto abbiamo amato. E chi sceglie l’amore è più facile anche che incontri la gioia e la felicità della vita, che è il dono più immenso, senza prezzo. Benvenuto a Napoli, Francesco.