Il nostro compito, in un’area della città che rappresenta una ferita che non si rimargina da oltre vent’anni, è innanzitutto quello di coinvolgere quanta più cittadinanza possibile nelle scelte di riqualificazione e rilancio dell’area. Svolgiamo questo compito in un contesto di assoluta disgregazione sociale, dove tutti gli attori naturali che avrebbero dovuto agevolare la ricomposizione del corpo sociale hanno rinunciato o fallito: partiti, sindacati, organi di informazione. Bagnoli vivrà un futuro di rilancio solo se le scelte adottate godranno non solo del consenso dei cittadini, ma anche della partecipazione di questi. Condanno e condannerò sempre la violenza di piazza.
Trascinare l’esigenza di partecipazione alle scelte di un territorio su una questione di ordine pubblico significa sacrificare le proprie ragioni. Al contempo ribadisco la mia ferma opposizione allo Sblocca Italia. Non possiamo permettere che Napoli sia ancora laboratorio di commissariamenti, i quali, in passato, non hanno portato mai a nulla di buono e hanno, invece, contribuito alla desertificazione sociale e all’allontanamento dei cittadini dalla politica. L’Amministrazione comunale sta governando Bagnoli, lo ha fatto con un’ordinanza che pretende senza tentennamenti la bonifica della colmata attribuendo l’onore economico a chi ha inquinato per lunghi anni, determinando anche la morte di alcuni nostri concittadini. L’Amministrazione governa Bagnoli grazie a una delibera che intende riprogettare il territorio intervenendo con discontinuità rispetto le amministrazione passate, una programmazione che riconosce la vocazione turistico paesaggistica dell’area senza consentire un’eccessiva cementificazione.