Il taglio di oltre il 25% del trasporto su ferro, relativo a Napoli e la sua provincia, è un’offesa al buon senso e ai diritti dei cittadini. Tra Cumana e Circumvesuviana, a partire da oggi, avremo quasi 40mila corse in meno annue da e verso Napoli. Soppresse qualcosa come 300 corse al giorno.
Oggi l’ultimo collegamento della Circumvesuviana, da Napoli verso Sarno, partirà alle 19.46: per chi lavora al centro del capoluogo e vive in provincia sarà impossibile far conciliare occupazione e trasporto pubblico.
Stessa sorte per la Cumana con l’ultima corsa prevista prima delle 20, il che significa rompere la continuità territoriale tra il centro e Fuorigrotta, tra Napoli e la provincia.
Adesso chi vive sul litorale flegreo potrà vivere il capoluogo solo per lavoro (per altro con grande difficoltà vista comunque la diminuzione delle corse), mentre verrà disincentivata l’aggregazione sociale e la vitalità cittadina.
Sarà complicato, dunque, impostare e programmare politiche culturali e sociali, garantire la sicurezza attraverso una città vissuta e attiva, creare sviluppo economico. Purtroppo si annida il sospetto che dietro questo scellerato disegno di (im)mobilità; ci sia l’obiettivo di privatizzare il servizio regionale su ferro.
Come sindaco di Napoli e come assessore ai trasporti non possiamo che denunciare quanto sta avvenendo e rinnovare la volontà di realizzare il nostro piano di trasporto che prevede, tra l’altro, l’estensione della Ztl a tutto il centro storico al via la prossima settimana.
Come sindaco di Napoli e come assessore del settore non possiamo che contestare questi tagli e accogliere le proteste della cittadinanza che in queste ore sta cercando di difendere i propri diritti. Giovedì i presidenti delle Regioni restituiranno al Governo i contratti di servizio per il trasporto pubblico, che la manovra economica con i suoi tagli feroci strozza violentemente.
Ci auguriamo che anche il presidente della regione Caldoro partecipi all’iniziativa, facendo pressione sull’esecutivo, come sta facendo il comune, perchè garantisca agli enti locali la possibilità di amministrare nell’interesse dei cittadini.
Ci auguriamo che il presidente della regione Caldoro smentisca la linea della privatizzazione selvaggia dei beni comuni, fra cui il welfare, che è stata intrapresa dal governo.
Luigi de Magistris Anna Donati