Caro presidente Monti, l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, dunque il legame fra occupazione e democrazia è così stretto da fondare la stessa nostra organizzazione statuale. Con lavoro non credo si possa intendere l’incertezza di un precariato che strozza le speranze dei giovani e soffoca il loro desiderio di progetto e di futuro. Fossi un giovane preferire annoiarmi nella routine di un posto fisso piuttosto che divertirmi nell’incertezza di cosa andrà a compiere il giorno dopo.
Con lavoro non credo si possa intendere il restringimento dei diritti dei lavoratori (art.18) per poter garantire una presunta maggiore occupazione. Con lavoro non credo si possa intendere sospensione dei diritti (sempre art. 18) per quei giovani che fanno ingresso nel mercato dell’occupazione.