Hanno trasformato il Mediterraneo in un cimitero. E io conosco i responsabili: gli indifferenti. Chi si volta dall’altra parte. Chi non vuole riconoscere, per ingenuità o convenienza, che l’Italia fa strame di pietà e giustizia e viola il diritto internazionale e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. La Bossi-Fini è una legge razzista e illegale ed è necessario che tutto il Parlamento, subito, si attivi per riscrivere le leggi in materia. Siamo stati censurati dalla Corte Europea di Strasburgo, dall’Alto Commissariato Onu, da Ong come Medici senza frontiere e Amnesty International. L’inadeguatezza della nostra normativa è oramai palese.
Le politiche securitarie, da Fortezza Europa, che hanno ispirato la legislazione nazionale, sono fallimentari e dannose. Il nostro sistema di controllo delle acque internazionali e di gestione sia delle emergenze internazionali che dell’ordinaria amministrazione che riguarda i migranti è costoso e produce solo morte e tensioni sociali, mai pace e vera sicurezza. Basterebbe ricordare le condizioni di vita dei Cie, i costi di questi veri e propri lager, nei riguardi dei quali la Corte dei Conti ha parlato di «programmazione generica e velleitaria», «strutture fatiscenti», «scarsa attenzione ai livelli di sicurezza» e di «mancata individuazione di livelli minimi delle prestazioni da erogare».
Le condanne che la Corte di Strasburgo ha inflitto all’Italia, comprensive di risarcimento danni a favore dei migranti, testimoniano ulteriormente come l’ossessione securitaria sia stata utilizzata per costruire un sistema repressivo inumano, ma anche inefficiente e dispendioso. Il cui fine é mantenere apparati e alimentare l’industria della paura e della sicurezza.
Negli anni di Berlusconi, c’è stato uno scambio fra welfare e warfare. Come testimonia il caso degli F35, si sono tagliate le politiche sociali, per spendere nelle politiche della morte. E brandire interessi elettorali. Mentre, attraverso il lavaggio delle menti collettivo, avviato dall’informazione mainstream, si alimentava la paura e si individuava nei migranti il pericolo da trattare secondo le tecniche dell’ordine pubblico.
La colposa riduzione dei fenomeni sociali, come le migrazioni, a problemi di ordine pubblico ha coinvolto, con responsabilità minori rispetto all’Italia, la stessa Unione Europea, che ha demandato alla Frontex, l’agenzia per il controllo delle frontiere, la complessa gestione dei flussi migratori.All’Europa non servono pattugliamenti e sentinelle o frontiere che dividono, ma confini che uniscono.Di fronte a queste stragi del mare, dobbiamo interrogarci su che strada occorra percorrere ora.
La strada dei diritti umani, universali e inclusivi. Della legalità internazionale, che ci impone di sbarazzarci della Bossi-Fini. Della pietas cristiana, dell’accoglienza e non della militarizzazione del mare.