In questi mesi di governo ho visitato diversi presidi sanitari, riscontrando l’eccellenza del personale e delle strutture, ma anche le condizioni di estrema difficoltà vissute dagli operatori e la deficienza che caratterizza alcuni edifici.

La preoccupazione dei cittadini rispetto al settore dell’assistenza sanitaria è molto forte, così come molto forte è il timore da parte di quanti lavorano in questo ambito.Da sindaco non posso voltarmi dall’altra parte, facendo finta di non vedere i tagli imposti, le lunghe liste d’attesa, il sovraffollamento, la fatiscenza delle strutture, la soppressione dei servizi e la chiusura dei presidi sanitari che, in alcune aree di Napoli, sono anche presidi di legalità.

Sebbene la competenza in materia di pianificazione, organizzazione e spesa spetti al Governo e alla Regione, sono comunque la prima autorità sanitaria locale e la legge, anche nazionale, mi riconosce la facoltà di espressione in merito.Del resto l’accesso alla cura sanitaria è un diritto costituzionale (art. 32) e rappresenta uno dei fattori cardine per la realizzazione di una città pienamente democratica.

Del resto da sindaco non posso che avere a cuore la salute dei miei cittadini.Come amministrazione vogliamo quindi promuovere la salute (di cui la sanità è un aspetto) come bene comune attraverso campagne di informazione e prevenzione, in particolare negli istituti scolastici e universitari, in relazione a tutti quei temi che determinano la qualità di vita e perciò incidono sulla salute delle persone: contrasto all’uso delle droghe e all’abuso dell’alcol, all’inquinamento e alla povertà, alla cattiva alimentazione etc.

Quello che vorremmo è una riallocazione delle risorse per accrescere la rete territoriale intermedia potenziando, in collaborazione con l’Asl, l’assistenza domiciliare integrata a sostegno, per esempio, delle famiglie multiproblematiche con minori, a sostegno degli adolescenti e delle donne, investendo nei consultori e nei centri di salute mentale.Per questo abbiamo deciso di creare un comitato interdisciplinare e interassessorile (coinvolgendo i vari assessori della giunta che con il loro operato agiscono sulla qualità della vita, dall’Ambiente alla Mobilità, dalle Politiche sociali allo Sport) che sia composto da medici ma anche da sociologi, psicologi, dietologi, urbanisti e altre figure professionali la cui attività è legata al tema della salute.

Altro passaggio importante è l’adesione di Napoli alla rete “città sane” dell’Oms e la nascita di un osservatorio oncologico creato dal Comune per monitorare l’andamento delle malattie neoplastiche e sollecitare Regione e Asl all’istituzione del registro dei tumori che la Campania aspetta da troppo tempo.

Chiedo dunque una governance cittadina della salute come bene comune con il Comune protagonista, insieme alle altre istituzioni, di questa sfida così importante.

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