La Procura Regionale della Corte dei Conti della Campania ha ritenuto che non sussistono i presupposti per l’esercizio dell’azione di responsabilità e ha disposto l’archiviazione della vertenza riguardante l’assunzione, effettuata l’anno scorso dal Comune di Napoli, di oltre 300 maestre a tempo determinato, non avendo provocato nessun danno di tipo erariale alle casse pubbliche. Si tratta di una decisione che ci conforta e che conforta tutti gli amministratori che, imbrigliati dai vincoli imposti dal Patto di stabilità e dalla spending review, quotidianamente vivono la difficoltà di garantire i servizi e dunque i diritti ai loro cittadini.

Quegli amministratori sospesi tra la scelta di seguire i parametri del formalismo burocratico contabile e la Costituzione. Quegli amministratori che si trovano in una condizione paradossale che vede i diritti compressi dalla morsa dell’attenzione al contenimento della spesa, legittima quando non contrasta con la garanzia dei servizi essenziali che spettano, come democrazia stabilisce, alle persone.

Questa amministrazione, coraggiosamente, l’anno scorso ha scelto la strada della Costituzione, dei diritti, delle persone decidendo di assumere le insegnanti precarie, per garantire l’apertura delle scuole comunali e i servizi educativi da esse svolti, ed indicando nell’istruzione un diritto infungibile e fondamentale, dunque non sacrificabile su nessun altare di bilancio. Noi sapevamo di avere ragione, perché sapevamo di muoverci entro i confini della Costituzione, così come spiegato alla stessa Procura della Corte dei Conti.

Oggi questa ragione, la ragione della democrazia, ha trovato una sua conferma importante da parte della magistratura contabile, anche nei riferimenti giurisprudenziali che abbiamo indicato come nostro riferimento e che la Procura della Corte dei Conti ci riconosce come legittimi. Sembra aprirsi, finalmente, in modo consapevole e proficuo, una nuova stagione politica che speriamo non venga arrestata e che produca l’apertura di un confronto, fra amministratori locali e Governo, in merito alla necessità di rivedere i vincoli del Patto di stabilità; che faccia emergere la consapevolezza che anche la legge di natura finanziaria, volta giustamente al contenimento della spesa pubblica, deve trovare però un limite invalicabile nella Costituzione e dunque nei diritti da garantire ai cittadini; che riconosca un primato all’azione di governo locale quando questa, oltre le regole finanziarie, agisce in modo trasparente per garantire i servizi della collettività dunque il bene comune, scegliendo le persone e i loro bisogni concreti in settori vitali come la scuola, la sicurezza, l’ambiente.

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