La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Vale la pena rileggere l’articolo 9 della nostra Costituzione, in occasione della grande manifestazione nazionale a sostegno della lotta per la revoca definitiva del Muos, in programma oggi a Niscemi. Sit-in a cui partecipano tutti i comitati, le cittadine e i cittadini del territorio e migliaia di attivisti da tutta Italia. Il Muos (Mobile User Objective System) è un sistema di comunicazione satellitare della marina militare americana che, in base ad accordi fra il nostro paese e Washington risalenti al 2005, si sarebbe dovuto costruire a pochi chilometri da Niscemi, nel cuore della Riserva naturale protetta della Sugherata. Solo grazie alla mobilitazione dei cittadini, il progetto è per ora fermo. Dunque, come tante altre volte in Italia, si decide di sacrificare un parco di inestimabile valore ambientale per realpolitik, con i cittadini che pagano i conti, sulla loro pelle. E’ incredibile con quanta miopia si scelgano paradisi che dovrebbero essere protetti per costruire basi militari, come alla Maddalena, o aprire discariche, come sul Parco Nazionale del Vesuvio. La Sugherata è un’area splendida, tutelata dal 1997, ad un tiro di schioppo dalla Val di Noto, sito definito Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco. E’ inaccettabile realizzare una base militare, quando l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali, e proprio qui: in questo paradiso. Con tanti dubbi relativi al fatto che questa base potrebbe essere utilizzata non per missioni di peace-keeping legittimamente votate dal nostro parlamento, ma per raid militari decisi da altri. Il Muos prevede l’innalzamento di antenne e radar, che immetteranno radiazioni nocive ben al di sopra dei limiti di legge, secondo quanto dichiarato dall’Agenzia regionale di protezione ambientale della Sicilia. Si tratta di emissioni che sicuramente, secondo l’Estratto dal rapporto del Politecnico di Torino del 4 novembre 2011, avranno conseguenze nocive per i cittadini dell’area, nel giro di svariati chilometri. Un progetto del genere, che si basa su di un accordo negoziale fra l’Italia e gli Stati Uniti, non può derogare alle norme interne a tutela del paesaggio e della salute dei cittadini, che sono un interesse costituzionale prevalente. Gli americani sostengono che le radiazioni del Muos non sono nocive. Ma qual è l’agenzia terza e imparziale chiamata oggi a valutare questi rischi? Chi verificherà in seguito le antenne, quando la base soggetta all’extraterritorialità sarà preclusa al controllo della cittadinanza? Quando si tratta della salute dei nostri concittadini, si dovrebbe seguire sempre e soltanto il principio di precauzione. Infine, da sindaco, non posso non rammaricarmi di fronte alla protervia con cui si assumono decisioni sulla pelle di un territorio, senza un adeguato coinvolgimento delle popolazioni residenti: proprio come in Val di Susa. Non si tratta di essere inclini alla sindrome NIMBY, not in my backyard, per cui i sindaci non vogliono nel loro comune progetti a cui si dovrebbero piegare per un superiore interesse della Nazione. Ci troviamo, invece, di fronte a progetti che non servono interessi collettivi e sacrificano diritti incomprimibili come quelli alla salute e alla tutela del paesaggio. Progetti che si approvano senza un coinvolgimento dei territori e informando in modo distorto e contraddittorio, proprio perché non c’è una verità accertata né una chiara analisi dei costi e dei benefici. La nebbia della cattiva politica, dunque, è diradata ancora una volta dal protagonismo del popolo e dalla buona volontà degli amministratori locali. Oggi, il mio pensiero va a tutte le comunità che resistono per esistere. A tutte le cittadine e i cittadini nisseni, che lottano per la pace, per la smilitarizzazione e per la salute propria e del territorio. Luigi de Magistris

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