Prima di tutto i cittadini e la Costituzione repubblicana. Prima di tutto i servizi ai cittadini e la tenuta democratica.
Oggi, la giunta che guido al Comune di Napoli, ha sbloccato con una delibera 34 milioni di euro per il pagamento di investimenti congelati dal patto di stabilità. Si tratta di una delibera che si colloca nel solco della volontà politica manifestata dall’ Anci che ha chiesto al governo l’allentamento del patto di stabilità che di fatto soffoca gli enti locali.
Già la settimana scorsa, a Roma, abbiamo pronunciato il nostro grido d’allarme per la situazione che caratterizza le amministrazioni, ma abbiamo anche fatto sentire la nostra voce decisa in merito al dovere di difendere la Costituzione e garantire il bene delle comunità da noi amministrate. Come sindaci, in occasione della manifestazione e durante i colloqui avuti con i presidenti delle Camere, abbiamo ribadito che di fronte alla sordità del governo, noi avremo scelto la strada dell’obbedienza costituzionale piuttosto che il burocratico rispetto di un patto ingiusto, che compromette i diritti dei cittadini e quindi la stessa tenuta democratica.Questo provvedimento contribuisce a rimettere in moto l’economia, pagando le imprese e garantendo i livelli occupazionali, oltre ad offrire una boccata di ossigeno ai creditori dell’ente nei diversi settori. Il provvedimento voluto oggi dall’amministrazione che guido vuole velocizzare il pagamento per somministrazioni, forniture, appalti ed evitare, dunque, ritardi nelle effettuazioni di quei pagamenti per spese di investimento, in relazione ai quali risultano già acquisite dall’ente le relative risorse finanziarie. Quei ritardi che scoraggiano le imprese e penalizzano l’amministrazione poiché generano ingenti contenziosi che volgono a sfavore dell’ente pubblico. Con questa delibera dunque si procede ad avviare i pagamenti relativi alle spese di investimento per le quali sono già stati introitati i relativi finanziamenti, per una cifra pari a 34 milioni di euro. Sempre nella delibera si indicano le ragioni dell’atto: il Paese sta attraversando una condizione economico-sociale drammatica che pesa soprattutto sugli enti locali ed in particolare sul Mezzogiorno, dove il rischio è quello di vedere una compressione inaccettabile dei diritti costituzionalmente garantiti, una contrazione dei livelli occupazionali e una diminuzione dei servizi ai cittadini, anche a causa della mancata erogazione verso i creditori di quelle risorse, già a disposizione dell’ente, ma congelate dai vincoli imposti da un ingiusto patto di stabilità interno.