La battaglia contro le mafie rappresenta un impegno che la politica e la società civile devono assumere a tempo pieno per garantire la democrazia ma anche lo sviluppo del paese. Soprattutto l’infiltrazione che le mafie ancora vantano all’interno delle istituzioni e dei palazzi del potere, della finanza e dell’impresa. Ciascuna e ciascuno di noi, nel suo ambito professionale e nel suo orizzonte di vita, deve tradurre in pratica, attraverso il suo singolo comportamento, quella rivoluzione culturale che, principalmente, è il vero antidoto al veleno delle mafie.
Gli episodi di queste ore, verificatisi nel Lazio e in Campania, laddove la camorra cerca di imporre la sua catena schiavistica, riportano all’attenzione un tema che soprattutto la politica ha il dovere di affrontare: quello del contrasto al crimine organizzato e del sostegno a quanti vi si oppongono, tra questi certamente le coraggiose associazioni, sostenendo le loro attività e rompendo ogni forma di collusione. Una bomba carta contro il negozio di Anna Ferrara, presidente dell’associazione antiracket di Ponticelli (la stessa che ha denunciato e fatto arrestare i camorristi estorsori che operavano nel quartiere), in via Don Cozzolino, a pochi passi dalla sede dell’associazione. L’incendio al Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino, in provincia di Latina, un ex camping abusivo confiscato e affidato all’associazione Libera. I colpi di pistola esplosi a San Cipriano d’Aversa, in provincia di Caserta, ai danni del portone del ristorante pizzeria Nco (Nuova Cucina Organizzata), gestito dalla cooperativa Agropoli aderente alla rete di associazioni che fa capo a Libera e al Comitato Don Peppe Diana. Atti intimidatori verso le realtà che recuperano e valorizzano i beni confiscati oppure contrastano il racket, offrendo posti di lavoro regolare e producendo reddito pulito. Atti intimidatori che testimoniano come alle mafie faccia paura il protagonismo e la reazione della società che, certo, devono affiancarsi ad atti concreti da parte dei Governi affinchè siano supportate le tante associazioni che garantiscono, su tutto il territorio (Nord compreso), la democrazia stessa, proprio offrendo alternative alla criminalità organizzata. Per questo presto mi recherò a Ponticelli per manifestare la mia solidarietà e vicinanza all’associazione e ai commercianti del quartiere che, in questi mesi, hanno denunciato e contrastato, sin da subito, il racket imposto dal clan locale.