L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in merito alle dichiarazioni di un suo ricercatore, Giuseppe Mastrolorenzo, pronunciate in alcune interviste relative al Progetto Internazionale di Ricerca ‘Campi Flegrei Deep Drilling Project’, precisa quanto segue:
1) Il ‘Campi Flegrei Deep Drilling Project’ è un progetto Internazionale di pura ricerca scientifica, che ha come obiettivo la mitigazione del rischio vulcanico nell’area flegrea attraverso un sostanziale miglioramento della conoscenza della struttura vulcanica e dei meccanismi di attività, con particolare riguardo ai fenomeni bradisismici, attraverso l’installazione in pozzo di sistemi di monitoraggio innovativi.
2) Il Progetto è stato approvato e finanziato dall’ICDP (International Continental Drilling Program), prestigioso consesso scientifico mondiale nel campo delle perforazioni profonde. L’approvazione del Progetto ha previsto quattro gradi di valutazione scientifica e tecnica, da parte di diverse commissioni di scienziati del più alto livello internazionale. Per questo motivo, giudizi negativi di pochi ricercatori locali hanno un valore puramente soggettivo, non rilevanti in base alle normali regole di valutazione scientifica.
3) La parte del progetto che è stata per ora pianificata e autorizzata è la realizzazione di un carotaggio, ossia un pozzo con estrazione di campioni di roccia, fino a 500 metri di profondità;tale profondità è simile o poco superiore agli usuali carotaggi utilizzati per la calibrazione delle mappe geologiche, anche nella stessa area.
E’ incredibile affermare che un carotaggio di soli 500 metri possa mettere a rischio la popolazione. E’ altresì incredibile affermare che un semplice carotaggio a bassa profondità, ossia una perforazione senza prelievo o iniezione di fluidi possa causare terremoti, paragonandolo ad operazioni, come quelle di Basilea, in cui si iniettava acqua ad altissima pressione (centinaia di atmosfere) in pozzi profondi cinque chilometri, proprio per fratturare le rocce.
4)Non ha senso mettere in relazione il Piano di Emergenza per i rischi vulcanici con un carotaggio di 500 metri. Il Piano di Emergenza dell’area si riferisce alle azioni tese a gestire un’emergenza vulcanica, non le attività di perforazione di un pozzo. Per la perforazione di un pozzo si parla di ‘Piano di Sicurezza’; questo è previsto dalla legge ed è stato ovviamente predisposto dal Progetto in questione.
5) Affermazioni generiche che ‘ogni attività umana implica un rischio, anche minimo’ sono riferibili al ‘rischio di cantiere’, ossia quello a cui sono esposti gli operatori che effettuano la perforazione. Questo è il rischio considerato nel ‘Piano di Sicurezza’ ed è, nel nostro caso, gestito in modo da essere prossimo a zero.
6) Le attività del CFDDP rientrano pienamente nei compiti dell’INGV, che è anche Organo della Protezione Civile Nazionale per i rischi sismico e vulcanico. Chi ritenesse che tali attività siano dannose per la popolazione ha l’onere di dimostrarlo. In assenza di una tale assunzione di responsabilità, qualunque affermazione generica di tale tenore deve essere considerata diffamatoria, e come tale perseguita.
7) L’INGV invita le organizzazioni politiche, le associazioni e anche i singoli cittadini, che avessero dubbi o domande sulle attività del Progetto, a contattare l’Istituto stesso info_CFDDP@ov.ingv.it