Il Comune di Napoli prenderà parte, con il suo gonfalone, alla manifestazione indetta oggi a Roma dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Un appuntamento importante per ricordare a governo e istituzioni che adesso esiste per loro un unico obbligo: rispettare l’esito dei referendum di giugno e il voto di 27 milioni di cittadini/e.
Per questo, sempre come Comune, abbiamo sottoscritto l’appello promosso dal Forum per l’acqua, i beni comuni, la difesa della democrazia, dunque per il rispetto dell’esito referendario, per un’uscita alternativa dalla crisi. Saremo in piazza a Roma in coerenza con quanto abbiamo fatto anche come amministrazione.
Il Comune di Napoli, lo dico con grande orgoglio, è stato infatti il primo comune ad aver dato seguito al referendum a difesa dei beni comuni scegliendo di trasformare l’Arin Spa (società partecipata di gestione dell’acqua) in Abc Napoli (Acqua bene comune), ciò un soggetto integralmente di diritto pubblico che nel suo cda vede sedere anche rappresentanti di movimenti e associazioni.
Non solo, la nostra amministrazione ha proposto al Consiglio comunale, che ha dato parere positivo, l’introduzione nello Statuto del concetto di bene comune. Si tratta di scelte che testimoniano come sia ferma la nostra volontà di contrastare le politiche di privatizzazioni dei beni comuni attuate per anni in questo paese e rilanciate dalla manovra economica del governo Berlusconi.
Si tratta infatti di politiche che oltre ad essere un vulnus democratico (i beni comuni non appartengono nè allo Stato nè alle amministrazioni perchè sono di tutti/e), non risultano nemmeno proficue e vantaggiose dal punto di vista economico: negli ambiti in cui sono state attuate non hanno generato maggiore efficienza nè tanto meno maggiore risparmio, anzi.
Per questo non è pensabile, come fatto dal governo Berlusconi, tentare l’uscita dalla crisi per mezzo della privatizzazione forzata dei beni comuni (art.4), per questo chiediamo al nuovo esecutivo Monti di invertire la rotta politica, azzerando le misure previste dal precedente governo e lasciando libere le amministrazioni locali di procedere al rispetto della volontà referendaria.
Come ricorda l’appello del Forum, poi, restano da centrare alcuni obiettivi chiave: varare della legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, dimenticata presso le commissioni parlamentari; contrastare gli enti locali che proseguono nella gestione dei servizi idrici attraverso le SPA; imporre ai gestori l’eliminazione dei profitti dalla tariffa. A Napoli, invece, siamo un passo in avanti: adesso la promozione dei beni comuni dovrà estendere il suo campo d’azione, penso ad Internet, la conoscenza, la cultura come fruibili da tutti/e in quanto a tutti/e appartengono.
La crisi, chiamata in causa per giustificare la privatizzazione dei beni comuni, è un alibi di cui si servono lobbies e multinazionali, pezzi della politica interessati al guadagno e al profitto. La strada da percorrere è infatti un’altra: quella indicata dagli italiani a giugno. Non si può ignorarla.”