L’immane tragedia di Genova sconvolge ancora l’intero Paese a distanza di giorni. Rabbia, indignazione, paura, hanno tristemente unito l’Italia. L’inaccettabile destino delle vittime ed il ricordo, per me, non può che tornare su Giovanni, il giovane operatore che con la telecamera mi ha fatto apprezzare la sua umanità e la sua professionalità. Alcune considerazioni a questo punto bisogna pur farle. La prima. In uno Stato di diritto la responsabilità di un fatto criminoso viene stabilita dalla magistratura nella sua autonomia ed indipendenza. Trovo grave che chi governa e detiene il potere ai massimi livelli – con cadaveri e dispersi ancora sepolti dalle macerie e con una rabbia diffusa tra la gente – consuma processi sommari trovando anche i “colpevoli” in relazione all’evento delittuoso additandoli al pubblico ludibrio per mere esigenze di bieco consenso. La seconda. La rissa da propaganda a poche ore dal disastro, la perenne campagna elettorale, la politica della titolite, dell’annuncite e dei like da consenso del giorno, dell’applausometro dallo sguardo corto, degli inqualificabili selfie durante i funerali, dei comizi e delle cene mentre si cercavano i dispersi e si aveva il dovere di stare sul posto invece che davanti una torta, hanno raggiunto livelli nauseanti. La terza. Le responsabilità politiche di chi ha governato negli anni precedenti, anche sul tema delle privatizzazioni e delle concessioni, sono talmente evidenti che le hanno plasticamente sottolineate le elettrici e gli elettori con il voto del 4 marzo. La lega certo non può tirarsi fuori, avendo governato Paese e regioni importanti e certamente privatizzazioni e concessioni hanno caratterizzato anche i governi di centro-destra. La quarta. Le responsabilità politiche che si richiedono ad un governo che si accinge a varare la sua prima manovra economico-finanziaria. Governo e Parlamento devono finanziare la più imponente opera pubblica necessaria per il Paese, ossia mettere in sicurezza l’Italia: le scuole, gli edifici, le strade, i fiumi, le montagne, il verde, le infrastrutture, le coste. Insomma un radicale cambiamento per la sicurezza d’Italia. Per rinvenire le risorse qualche indicazione: diminuire le spese militari che il Governo invece si accinge ad aumentare; lotta rigorosa all’evasione, al riciclaggio del denaro sporco ed alla corruzione; incremento della tassazione sulle rendite finanziarie e sui grandi patrimoni immobiliari; cancellazione delle opere inutili, come la TAV in Val di Susa, il terzo valico del nord ovest, la TAP ed altre ancora, revoca o drastica revisione delle vergognose concessioni di litorali, autostrade (tangenziale di Napoli compresa, unica a pedaggio in Italia !) e di beni comuni; ripubblicizzazione di servizi svenduti ai poteri oligarchici in ossequio al pensiero unico liberista; eliminazione dei vincoli normativi e finanziari che impediscono agli enti locali di mettere in sicurezza i territori e migliorare i servizi, consentendo di avere ed impiegare le risorse economiche ed umane necessarie; eliminazione del pareggio di bilancio in Costituzione. Ci incuriosisce, poi, chi nel Governo odiava il Sud ed i meridionali ed ora – che cosa non si fa per il consenso ed il potere per il potere – si scopre amante del pesce pugliese, della mozzarella di bufala campana, delle città ai piedi dell’Etna per finire in pieno ferragosto alla chicca del comizio a San Luca in Aspromonte. In quelle terre così belle e così complesse il Ministro dell’Interno ha promesso che sconfiggerà camorra, mafia e ‘ndrangheta. Mentre urlava nel comizio ci sono magistrati e forze dell’ordine che sono ancora alla ricerca dei circa 50 milioni di euro che la Lega avrebbe sottratto agli italiani. Una piccola parte di quel denaro, sig. Ministro, basterebbe nella mia Napoli per dare un tetto a numerosi senza tetto, a cominciare dagli italiani a Lei tanto cari…a parole. E poi, sig. Ministro, prima di fare dichiarazioni roboanti sulla sconfitta delle mafie – tema troppo serio per coloro i quali le contrastano davvero a fatti e non a chiacchiere – forse non sarebbe male, visto anche il ruolo che ricopre e che non Le consente di non sapere, di essere un po’ più cauto su chi si avvicina e sale sulla Sua carrozza politica. Nulla potrà avvicinarci politicamente a questo Governo la cui guida politica continua a lavorare per discriminare fortemente in base ai luoghi – nord/sud – ed in base alla pelle – bianchi/neri – , ma qualora, finalmente, nella manovra di bilancio vi sarà un’inversione di rotta ci farà piacere darne atto con la nostra onestà intellettuale ed istituzionale. Noi, come sempre, comunque, staremo in prima linea.

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